Presentazioni.

Come si comincia?

Credo che presentarsi sia un buon punto di partenza.

Mi chiamo Gianluca Garofalo e, per ragioni di vario tipo, mi piace inserire la parola KU ( kū) tra il mio nome e il mio cognome. Gianluca KU Garofalo.

Sono un illustratore ed ho pubblicato, nel corso della mia esperienza professionale, con numerosi editori sparsi sulla superficie del globo terracqueo.

Vivo e lavoro a Roma, dove sono nato nell'anno 1968.

Veniamo al dunque.

Questo nuovo blog nasce per un motivo molto preciso: dare delle risposte alle numerose domande e alle richieste di consiglio che, frequentemente, ricevo.

Troverete, qui, una serie di dialoghi (preferirei che non fossero monologhi) a tema illustrazione, che spero possano aiutare chi ha l'intenzione di intraprendere questo mestiere o, perché no, chi ha voglia di utilizzare le tecniche dell'illustrazione per il suo diletto.

A presto.

venerdì 13 aprile 2012

Introduzione.




Partiamo da qui.
Un'immagine piuttosto semplice da decifrare: un'illustrazione in corso d'opera, dei pennelli, un piatto di plastica utilizzato come tavolozza, nastro da carrozziere. Un tavolo eccessivamente ingombro di roba, tanto da lasciare pochissimo spazio per il lavoro vero e proprio. Ma questa è un'altra storia.
Volendo proseguire oltre ciò che ci appare immediatamente riconoscibile, potremmo parlare di come il foglio di carta è assicurato ad una tavoletta di legno o di come è utilizzato il nastro da carrozziere e quello di carta gommata: il "marroncino" che vedete ai margini dell'illustrazione, oltre il nastro, non è il legno della tavoletta ma il colore della carta gommata (un rotolo di nastro di carta con della colla su un lato che bisogna inumidire per poterlo utilizzare come nastro adesivo) utilizzata per fermare la carta da acquerello e, contemporaneamente, tenderla per non permettere che si formino increspature e dossi.
Potremmo andare oltre.
L'illustrazione ha una dimensione definita e le figure sono disposte, al suo interno, rispettando regole piuttosto precise.

Il punto è che "fare illustrazione" non è affatto sinonimo di "fare pittura" o "fare disegno". Non c'è dubbio che l'illustrazione utilizzi la pittura o il disegno, ma non esaurisce in questi aspetti ciò che la definisce tale.

Ragioniamo sull'ovvio.
Il termine stesso, "illustrazione", definisce un fatto chiarissimo: si tratta di un'immagine che, in qualche modo, illustra, racconta, chiarisce, approfondisce, qualcosa. Cosa? Il testo, ovviamente. L'illustrazione, quindi, vive stabilendo un fortissimo legame con la parte testuale.
Se è vero che questo fatto è ovvio, non è vero che sia necessariamente banale. Anzi, raramente lo è.

Continuando a parlare di ovvietà, mi soffermerei su questo legame.
Sono tre gli aspetti che contraddistinguono il legame testo-illustrazione:
  1. congruenza geometrica
  2. congruenza narrativa
  3. congruenza psicologica